CITAZIONE (--BRACCIO-- @ 11/1/2012, 14:54)
si Elenae ce ne sono di sistemi in giro, bisogna scegliere il giusto compromesso e valutare bene le necessita'.
Il collare elettrico e' molte volte visto come un sistema di tortura perche' purtroppo troppo spesso cosi' viene utilizzato...ma non e' propio cosi'.
Sonod'accordo, se usato in detrminati casi e con intelligenza, è un riforzo negativo anche meno peggio di altri rinforzi negativi.
..poi, sui bocconi dico anche io la mia:
Premesso che il rifiuto al cibo totale (..ovvero per la cosa per cui il nostro cane è più ghiotto e per lunghi tempi di esposizione) credo sia una delle cose se non la cosa più difficile da inculcare ad un cane…
..io ci sono riuscito, in maniera soddisfacente ed efficace, solo con una Cagna, Rapsodia, figlia della mia prima Corsa Vesna X Orso.
Però con quella cucciolata feci uno studio etologico che per ragioni di tempo difficilmente riuscirò a ripetere.
Vesna partorì in una tana, e quando i cuccioletti cominciavano a mettere la testa fuori mi proposi loro come elemento del branco (carponi e rigurgitando cibo).
Poi quando cominciavano a prendere cibo che non fosse un rigurgito della madre o mio, simulavo una piccola “predazione” del cibo, e solo dopo averlo annusato e mangiato (..o fatto finta quando il pollo lesso con ricotta glielo davo di prima mattina..) io per primo come alfa del branco, consentivo loro di mangiare.
E se qualcuno dei cuccioli voleva mangiare prima di me ringhiavo e facevo “il brutto”
Poi, con quella che ho tenuto io ( la migliore con etogramma alla mano e per i miei criteri di valutazione) continuai il rituale dell’annusare e far finta di mangiare per primo ad ogni suo pasto.
E talvolta la lasciavo per ore con dei bocconi trappola sparsi per il giardino ed io ad osservare da un terrazzo da cui lei non potesse vedermi, e quando si approcciava all’esca con intenzioni pappatorie cominciavo a ringhiare sempre senza che lei potesse vedermi, inculcandole così il concetto della mia onnipresenza di capobranco anche quando non mi vedeva (…e lei avrà pensato, ma vir’ nu poc’ stu scassacazz , ha il dono dell’ubiquità...)
Poi, quando insieme trovavamo un boccone apparentemente edibile, ripetendo il rituale del capobranco, ero sempre io il primo a ben annusare e decidere se cominciare a mangiare, per poi eventualmente passarle il boccone. O se deciderlo “non buono da mangiare” e lasciarlo lì.
Ed in quest’ultimo caso rinforzavo positivamente quel rifiuto al “non buono” tirando dalla tasca un salsicciotto e smezzandomelo con la piccola..
Ho fatto questo perché reputo che, rispetto ai condizionamenti “puri”, dia quella marcia in più al comportamento virtuoso, ovvero ripercorrere l’etologia di branco.
Certo è che strumenti usati per rinforzi positivi e negativi o, peggio, per il condizionamento più o meno operante, quale peperoncino, collare elettrico ecc…, possono aiutare, ma credo che, soprattutto per bocconi succulenti e tempi lunghi di esposizione, non siano del tutto efficaci.
Salutoni,
mimmo
Ps.
Dimenticavo, quella stessa cagna, qualcuno che mi conosceva bene e che evidentemente la voleva o la voleva vedere morta , me l’ha ammazzata fracassandole il cranio con una spranga di ferro.
Uno dei dolori più grandi della mia vita.