Tanto tempo fa, in una fredda notte d’inverno 1870, accadde qualcosa di veramente misteriose in un jazzo situato nelle terre di Ruvo di Puglia.
La notte era da lupi e un vento impetuoso ululava portando strani suoni da lontano. I due pastori che custodivano le pecore si trovavano vicino ad un pallido fuoco nel casone e sentirono i cani corsi e i mastini abbaiare con veemenza senza avere il corragio di uscire per vedere di cosa si trattase. Una mezzora doppo i primi abbaiamenti i 5 mastini (Abruzzesi) smissero di abbaiare, dieci minuti piu tardi la can’ corz’ chiamata « Lola » smiessero anche lei di abbaiare. Un’ora doppo i primi abbaimenti dei corragiosi mastini Abruzzesi, il furioso can’ corz’ « Leone » chiamato cosi per la sua leggendare ferocità smissero anche lui di abbaiare, i due postori si trovarono in un silenzio innaturale, persino il vento aveva cessato di soffiare.
D’improvviso sussultarono : qualcuno stava bussando alla porta.
Presi dalla paura pensarono alle mille storie che si raccontavano su quei luoghi e facendosi coraggio chiesero chi fosse : una voce roca disse che era un viandante che aveva smarrito la strada. I due pastori mossi a compassione aprirono, non senza aver preso dei tizzoni accesi dal fuoco. Una strana figura alta, vestita di stracci e con un cappucio sulla testa chiese di poter entrare per scaldarsi un po’ vivino al fuoco. Era molto strano pero che i cani cosi feroci avessero permesso a quel losco figuro di raggiungere la porta. E poi perche abbaiavano più ? Intanto quella strana figura sedeva vicino al fuoco ormai quasi spento, protendendo le mani per scaldarsi. I due pastori osservarono quelle mani curate, pulite, strane per un viandante vestito di stracci. Uno dei pastori prese un fascio di legna e la butto sul fuoco e man mano che bruciava la stanza diventava più luminosa.
D’un tratto in quel chiarore, guardando i piedi del viandante una dei pastori sobbalzo ; invece dei piedi aveva degli zoccoli pelosi come fossero un capra. D’improvviso capirono ma capi anche lui. I due pastori si nascosero dietro un grosso crocefisso di ferro, intanto gli stracci del viandante erano spariti e danvanti ai due si stagliava una fugura raccapriciciante « nà crope nirue cù do ciamb’, la facc d’uomn e r’d’occhier’ ross’, cié una crapa nera con due zampe, il viso d’uomo e gli occhi infuocati. Fatto un balzo indietro il demonio scomparve lasciando una macchia nera sulle lastre che pavimentavano la stanza ed una tremenda puzza di zolfo.
Ai primi chiarori del matino i pastori morte di fifa ed inquieto di non sentire più le pecore ed i cani decisero di uscire del casone. Nella penombra uno dei due pastori urtò stranamente uno dei cani addormentato davanti alla porta. Trovò là il corpo del buono vecchio Leone ancora caldo che stringeva ancora nelle sue potenti mascelle un pezzo di cappa che appartieneva al demonio.
....Da questa strana notte, la voce corse al seno della comunotà pastorale, delle Murgie, agli alti pascoli Abruzzesi, che quei cani chiamati can' corz' nelle murgie pugliese non hanno né paura della morte... né del diavolo in persona.... E il jazzo e tutta la regione vicina prisero il nome del Demonio....
Buona notte a tutti......
bohhhhhhh
Peppino
Edited by Gius8005 - 1/10/2011, 17:45
saluti Mauro.