Cane da Presa Meridionale, Il Cane Leone

« Older   Newer »
  Share  
mimmo.
view post Posted on 29/4/2011, 13:03 by: mimmo.




Nel ringraziare infinitamente MLIMA, ovvero Mauricio, per il prezioso contributo che con questo lavoro ha portato al settore scientifico della nostra comunità, ho ritenuto utile approntare una traduzione nella nostra lingua madre.
Mi scuso anticipatamente per alcune piccole libertà che mi sono preso nell’interpretare e tradurre il testo e per gli immancabili errori linguistici dovuti alla mia non perfetta padronanza della lingua anglosassone.

mimmo





Cane da Presa Meridionale, Il Cane Leone
Mauricio Lima



Sono rimasto affascinato dal Cane Corz '/ Cane' e Presa da quando ho appreso l'esistenza di questo particolare ed unico tipo di cane.
E per questo, due anni fa ho contattato un allevamento in Argentina e ho deciso di portare a casa (rischiando il divorzio !!!) una femmina nera di due mesi.
Da allora, ho studiato e appreso tanto su questo tipo di cani, anche grazie alla compagnia della mia "Cagna".
Devo dire che alcune sue caratteristiche specifiche hanno attirato la mia attenzione, in particolare ci sono tre aspetti che mi colpiscono quotidianamente, uno è il suo movimento felino, poi il suo istinto fortemente predatorio ( è una formidabile cacciatrice di conigli e ratti, infatti, ieri ha ucciso un topo abbastanza grande nel mio giardino e ciò mi ricorda il video di "India" del progetto CPM!) e, infine, il suo morso potente.
Anche gli amici che vengono a farmi visita rimangono sorpresi dai movimenti felini della mia "Cagna", e ogni volta che le do un osso mi piace guardare come sia efficiente nel cibarsene, soprattutto se paragonata al mio boxer maschio adulto , la differenza è davvero impressionante, può consumare un grosso osso in meno di 10 minuti, mentre il boxer per ottenere lo stesso risultato impiegherebbe più di un’ora.
La potenza del morso è una caratteristica comune ai “cani da presa” ed infatti molte razze molossoidi sono accomunate dal possedere un morso potente.
Tuttavia, la forma e le movenze “a pantera” del Cane Corz '/ Cane' e Presa rende questa razza unica e, a mio parere, fra i molossi, la più interessante.
In effetti, Flavio Bruno nel suo libro “Il Cane Corso, studiato nella razza, nella storia, nella famiglia e nella società” ha ipotizzato che i molossi romani venivano utilizzati soprattutto nella lotta contro grandi felini, come tigri e leoni, e che Romani ricercassero in selezioni tali caratteristiche “feline” proprio per renderli più competitivi negli scontri con i felidi selvatici nei circhi e nel colosseo.
. Sappiamo con certezza che i cani domestici discendono dal lupo grigio (Canis lupus), ma allora quale sarebbe l'origine di questi caratteri fenotipici nel Cane Corso / Cane da presa?
Da dove proviene la configurazione corporea “pantherine-like” e la formidabile potenza del morso? Non c’è una risposta certa a queste domande, ma all’uopo ho preso in rassegna alcuni recenti studi sui carnivori e l’ evoluzione canina, al fine di capire perché il Cane Corz '/ Cane' e Presa presenta queste caratteristiche uniche, sia funzionali che strutturali.
Attualmente l’ordine Carnivori raccoglie 274 specie comprese in undici famiglie ed abbraccia una svariata gamma di dimensioni corporee rispetto a qualsiasi altro ordine di mammiferi.
La prima apparizione dei carnivori risale al Paleocene, circa 63 ma (milioni di anni fa), e si diffrenziavano in due rami principali, “Caniformia” e “Feliformia”.
I “Caniformia” comprendono i canids, ursids, mustelids, mephitids, procyonids, ailurids, amphicyonids (extinct beardogs), e i carnivori acquatici(pinnipeds);
i Feliformia, ivece, comprendono i felids, hyaenids, herpestids, viverrids, percrocutids (extinct hyena-like forms), e I nimravids (extinct cat-like forms).




Iper-carnivori

L'evoluzione ha prodotto almeno quattro diversi tipi di mammiferi “iper-carnivori” che, semplificando, sono rappresentati da due tipi di felini (dai canini a sciabola o conici), da grandi canidi e da hyaenids che qui di seguito chiameremo rispettivamente “cat-like” (tipo felino), “wolf-like” (tipo lupo), e “hyena-like” (tipo iena) .
Anche se questi tipi appartengono, per determinate caratteristiche comuni, al medesimo gruppo degli“iper-carnivori”, differiscono significativamente per altre caratteristiche quali lo stile predatorio (morso letale per soffocamento rispetto al taglio/sgozzamento), la dieta (consumo di ossa), e la filogenesi.
Sulla base della morfologia cranio-dentale Blaire Van Valkenburg (2007) definisce tre categorie eco-morfologicamente molto ben distinte nel gruppo degli iper-carnivori, ovvero il cat-like, lo hyena-like ed il wolf-like

1) IL “cat-like” eco-morfologicamente rappresenta un estremo nel range ecologico (eco-space) dei mammiferi iper-carnivori, i felini infatti mostrano una forte riduzione del numero di denti rispetto a iene e canidi, i “molari post carnassiale”, (in anatomia veterinaria il “carnassiale” è conosciuto anche come dente felino o dens sectorius ed i molari che lo seguono sono detti tubercolati, n.d.r.) e i premolari (detti nei carnivori prefelini, n.d.r.) scompaiono, il dens sectorius è grande, sviluppato, tagliente ed affilato come la lama di una forbice ed i canini sono grandi e molto ben sviluppati.
In sincronia con la riduzione del numero di denti, i felini sono caratterizzati da una faccia più corta rispetto a quella di canidi e iene e quest’accorciamento, portando i canini più vicini al rispettivo condilo mandibolare e a parità di masse muscolari coinvolte, aumenta decisamente la potenza del morso (Wang & Tedford 2008).
Un'altra importante caratteristica del cranio felino è la presenza di un inarcamento della regione superiore determinato da un rigonfiamento della zona frontale.
La “volta a cupola” della testa può offrire alcuni vantaggi nel rafforzare le strutture ossee che ancorano i denti canini (Wang & Tedford 2008).
Altre importanti caratteristiche anatomiche e morfologiche dei felini sono correlate con la struttura del collo, degli arti anteriori e con la particolare conformazione del corpo.
Ad esempio, Anton & Galobart (1999) hanno mostrato l'importanza delle ossa del collo e della relativa muscolatura nei mammiferi predatori, i felini sono caratterizzati da una breve e potente muscolatura del collo che disegna una chiara e forte curva ad S ed, avendo la contrazione di una muscolatura breve maggior efficienza rispetto a quella di una muscolatura più lunga, è possibile esercitare una maggiore potenza con minor sforzo.

2) La iena-like come eco-morfologia è molto ben rappresentata dall’attuale iena maculata (Crocuta crocuta), un quasi perfetto carnivoro bone-cracker (..mangiatore d’ossi, n.d.r.).
Le iene sono caratterizzate da enormi mascelle, la riduzione del numero di denti non e così estrema come nei felini, solo i molari si perdono, di conseguenza i premolari, molto sviluppati e posizionati posteriormente nella mandibola, insieme a massicci carnassiali (dens sectorius), danno alle iene la capacità di esercitare una pressione formidabile nel loro morso.
La faccia delle iene è più lunga di quella dei felini (che hanno un numero ridotto di denti), ma è più breve rispetto a quella della maggior parte delle specie di canidi esistenti.
Inoltre, le specie iena-like mostrano un testa a cupola (non così marcata come nei felini) che può rafforzare le strutture ossee che ancorano i canini ed i muscoli mandibolari.

3) Il wolf-like nella sua eco-morfologia è molto ben rappresentato dal lupo (Canis lupus), il dhole o cuon (Cuon alpinus) e il licaone (Lycaon pictus).
Al contrario di felini e iene, nelle specie più iper-carnivore dei canidi è stato conservato il numero di denti, e per ospitarne una serie completa la canna nasale è relativamente lunga ed i canini e incisivi si trovano spostati più cranialmente. Dalla condizione ancestrale di un “rostro” più lungo e una dieta più flessibile, l'evoluzione dei canidi iper-carnivori tende a manifestare una canna nasale più corta e larga (Van Valkenburg & Koepfli 1993).
Poichè le specie iper- carnivore di canidi tutt’oggi esistenti si sono evolute da specie ipo e meso-carnivore, queste conservano molte delle caratteristiche ancestrali.
Nonostante questo, lupi, dholes e licaoni mostrano un collo più corto e potente di quanto ci si aspetterebbe considerando le loro dimensioni e confontandoli con altri membri della famiglia dei canidi (Wang & Tedford 2008).
In particolare, dholes e licaoni hanno una canna nasale più corta e larga rispetto a quella dei lupi grigi.
Infatti, entrambi questi canidi selvatici hanno un morso più potente, rapportato alla massa corporea, rispetto ai lupi (Wroe et al. 2005).





In sintesi la “review” dell’ eco-morfologia cranio-dentale dei mammiferi iper-carnivori indica la stessa tendenza generale, ovvero la specializzazione ecologica verso una dieta iper-carnivora è associata morfologicamente a cambiamenti specifici del cranio e della dentatura che comprendono un allungamento relativo dei margini taglienti dei denti, la riduzione (o perdita) della dentatura post-carnassiale e della porzione facciale del cranio che migliora la potenza del morso ed una “testa a cupola” utile al rafforzamento delle strutture ossee che ancorano i denti canini (Van Valkenburgh & Ruff 1987; Radinsky 1981a, b; Biknevicius & Van Valkenburgh 1996).
Un estremo sono i gatti in cui si verifica la maggiore riduzione della dentizione pre e post carnassiale, nelle iene è conservata e maggiorata la dentizione premolare impiegata per il “bone-cracking” e i canidi mostrano la struttura meglio conservata, ovvero dentizione pre e post carnassiale più completa ed un muso più lungo .
In sintesi, si può supporre che partendo da un uguale e comune struttura in tutti i carnivori, le forme iper-carnivore tendono ad acquisire un rostro più breve in grado di determinare un incremento di potenza nel morso.



Strategie di caccia
Un’altra caratteristica fondamentale di felini, che li differisce da cani selvatici e iene, è la capacità di afferrare ed atterrare grosse prede con i quarti anteriori.
I grandi felini sono in grado di catturare e trattenere prede di notevoli dimensioni con l'uso degli arti anteriori;
leoni, leopardi, tigri e giaguari hanno la possibilità di afferrare ed atterrare prede utilizzando il loro “treno anteriore”.
Gli arti anteriori dei grandi felini sono più brevi, forti e robusti rispetto a canidi e iene che risultano invece più adatti a inseguire le prede.
I quarti anteriori di canidi e iene sono particolarmente adatti per l'inseguimento e per garantire la massima stabilità durante la marcia ma, al contempo, la loro capacità di manipolare gli oggetti è limitato (Hildebrand 1954; Andersson 2005).
Dunque, questi, rispetto ai felidi, adottano una strategia di caccia diversa, che si esprime con un inseguimento teso a sfinire la preda fino al punto in cui può essere abbattuta e uccisa con morsi multipli.
Di conseguenza, i grandi canidi predatori hanno un limitato movimento delle articolazioni, arti anteriori lunghi per una corsa sostenuta e più duratura.
Il molosso romano (CC / CPM) è chiaramente caratterizzato da una faccia più corta, muso più largo, e mascelle più forti e brevi rispetto al lupo e ad altri cani domestici.
In effetti la canna nasale e la faccia del Cane Corz '/ Cane' e Presa è più somigliante a quella di un licaone.
Inoltre, la forma del corpo, i movimenti e la struttura degli arti anteriori somiglia più a quella di un grosso gatto che non di un cane, gli arti anteriori più corti e robusti e le zampe posteriori più grandi (si veda la foto di un CPM a fianco!) magnificano il movimento esplosivo e la potenza del Cane Corz '/ Cane' e Presa ma, a differenza di altri canidi e razze canine, ne riducono la capacità di lunghi inseguimenti.
Quello che tengo a sottolineare in questo lavoro è che il Canis Pugnax sembra rappresentare l’esempio di una particolare eco-morfologia di canide, e sebbene non vi siano altre specie esistenti a mostrare questa tipica morfologia, una rassegna dell’evoluzione dei canidi può far luce sull'origine di questi particolari attributi morfologici .



Borophagines dogs
La sottofamiglia Borophaginae è un gruppo terminale di canidi iper-carnivori che hanno sviluppato una forte dentatura bone-crushing (tritura ossi).
Data la dentatura specializzata per il bone-crushing, questo gruppo di canidi era conosciuto con il nome di "cani ienoidi", la loro apparizione , limitata al continente nord americano, è datata a circa 32 mA e l’estinzione risale a circa 2 mA (Xang & Tedford 2008).
Il primo tra i borophagines a sviluppare mascelle forti e muso più corto è stato il genere Aelurodon (dal greco Ailurus (gatto) e don (dente)).
Le specie appartenenti a questo genere pesavano tra i 20 e i 40 Kg ed erano, per molti aspetti, abbastanza simili al licaone, condividendone un ampio palato e premolari multicuspide.
Inoltre questa specie presentava un collo corto e a forma di S, molto simile al collo corto e muscoloso dei grandi felini (leoni, tigri e giaguari) (Xang & Tedford 2008).
Altro genere incluso in questo gruppo è l’Epicyon (dal greco epi (vicino, prima) e Cyon (cane)), le specie appartenenti a questo genere variavano il loro peso tra i 30 e i 75 kg., con una specie, l’ Epicyon haydeni, dal peso superiore ai 150 kg.
L’Epicyon mostrava premolari allargati, simili a quelli delle iene, che conferivano loro un morso potente e utile al “bone- cracking”; questa particolare “linea” è stata ritrovata in tutto il Nord America tra i 16 e i 7 mA.
Derivato dall’ Epicyon, il genere Borophagus (dal greco boros (vorace), e dal latino phago (mangiare)) è stato l'ultimo membro della famiglia, apparso circa 12 Ma, si è estinto poco prima dell'inizio dell'era glaciale (1.8 Ma) .
La concezione di un cane-iena è strettamente correlato a questo genere, nel Borophagus è portato all'estremo l’ingrandimento dei premolari inferiori, presentava una mascella forte e fronte a cupola tali da migliorare l’efficienza mandibolare, al fine di sostenere la notevole potenza del morso necessaria al consumo di ossi.
Questi cani pesavano tra i 20 e i 40 kg.
Recenti studi sembrano indicare che le specie più grandi di borophagine dogs erano contraddistinte da diverse caratteristiche “pantherine-like” , per esempio una faccia più breve degli attuali canidi iper-carnivori, al fine di migliorare la forza del morso, degli arti anteriori più brevi, flessibili e muscolosi ed un collo più corto e decisamente a forma di S (Wang & Tedford 2008)
Sembra che tutte queste caratteristiche potessero rendere questi cani meglio capaci di affrontare grosse prede.
A tal proposito, Andersson (2004, 2005) ha accertato che questi grandi borophagines conservavano la capacità di supinare gli avambracci. È quindi probabile che la manipolazione con gli arti anteriori facesse parte della loro etologia predatoria, in analogia con gli attuali grandi felini (Andersson & Wederlin 2003).


Il Dire wolf (in italiano, mancando un nome non scientifico, viene usato il termine meta-lupo, n.d.r.)
Circa 0,5 Ma fa una specie molto interessante compare in Nord America, il meta-lupo (Canis dirus), questa è la più grande specie del genere Canis mai conosciuta, si è estinta circa 10.000 anni fa ed è coesistita con il lupo grigio per diverse migliaia di anni.
All’apparenza il Canis dirus era molto simile al lupo grigio, tuttavia risultavano caratterizzati da una dentatura più sviluppata e “impressionante” con il dente felino e gli incisivi più grandi, canna nasale più larga e corta e arti anteriori più brevi e potenti rispetto al l lupo grigio (Canis lupus).
Le caratteristiche morfologiche del meta-lupo fanno decisamente supporre che questo canide era un cacciatore specializzato in prede mega-erbivore e l’ estinzione di quest’ultime ha portato come conseguenza anche la loro estinzione.





Un lupo eco-morfologicamente specializzato

Dati provenienti da specie estinte di canidi iper-carnivori mostrano chiaramente che caratteristiche tipiche dei grandi felini quali struttura e dimensioni corporee e canna nasale più corta e larga erano tipiche anche di queste specie di canidi iper-carnivori specializzati nella caccia di prede dalle notevoli dimensioni.
Tuttavia, un eco-morfotipo estinto di lupo grigio (Canis lupus) sembra mostrare alcune delle caratteristiche morfologiche osservate anche nel borophaginae dogs (canide iper-carnivoro estinto). Un recente studio condotto da Leonard et al. (2007) ha mostrato, cosa mai rilevata in precedenza, un particolare eco-morfotipo di lupo, univocamente adattato e geneticamente distinto, estintosi nel tardo Pleistocene insieme ad altra mega-fauna.
Questi lupi presentavano caratteristiche morfologiche uniche e diverse dalle popolazioni di lupi attualmente esistenti, tendevano ad avere palato corto e largo con dente felino (carnassiale) di dimensioni particolarmente sviluppate rispetto a quella complessiva del cranio, che suggeriscono una sorta di lupo grigio adattato per poter sviluppare un morso di particolare potenza (Leonard et al . 2007).
Questa caratteristica struttura cranio-dentale è presente nelle specie cosiddettie “bone crackers”, come la Iena maculata (Crocuta crocuta) e i canidi Borophaginae in grado di cacciare prede di notevoli dimensioni.
In dette caratteristiche, questi particolari lupi, gli “eastern-Beringian wolves”, differenziavano sostanzialmente dagli attuali lupi e ciò per una maggiore specializzazione nell'uccisione e il consumo di prede relativamente grandi.
Questo studio ha rivelato una plasticità evolutiva della forma cranio-dentale all'interno C. lupus maggiore di quanto precedentemente osservato nei moderni lupi grigi.
Detto lupo mostrava una morfologia cranio-dentale in grado di consentire la cattura, lo smembramento, ed il consumo di ossa di mega-erbivori (prede dalle notevoli dimensioni).
Tali evidenze scientifiche sembrano rivelare che vi è una plasticità fenotipica di fondo nel genoma del lupo, in grado di manifestare diverse morfologie predatorie.
Ad esempio, le razze di levrieri sono un chiaro esempio di come la stessa specie (Canis lupus familiaris) può rappresentare, con le sue ottime capacità di corsa, un estremo eco-mofologico caratterizzato dall'evoluzione di arti e piedi allungati, al fine di ottenere una maggiore velocità durante l’inseguimento di prede veloci.
L'evoluzione di questa strategia di caccia è perfettamente rappresentata in felini come il ghepardo africano (Acinonix jubatus), ma anche di un ghepardo americano estinto (Miracinonyx trumani), e di una iena anch’essa estinta (Chasmaporthetes).
Nonostante nessuna delle specie di canidi esistenti in natura mostri questa velocità estrema, l'addomesticamento del lupo rende ciò possibile e alcune varianti fenotipiche vengono impiegate per la “caccia a correre”.
Un caso simile è rappresentato dai molossi, questo tipo di cani sembrano incarnare un particolare eco-morfotipo caratterizzato da faccia più corta e maggiore forza nel morso rispetto ai lupi.
In realtà, una maggiore potenza del morso caratterizza specie di canidi che mostrano una struttura cranio-dentale iena-like come il licaone e l’estinto Dire wolf (Wroe et al. 2005).

Inoltre, i movimenti pantherine-like del Cane Corz '/ Cane' e Presa (moderno Cane da Presa Meridionale, n.d.r….) possono essere messi in relazione con gli arti anteriori più corti e potenti, e la forma del corpo rettangolare, che rendono questi cani più esplosivi nel movimento.
E 'possibile ipotizzare che il molosso romano rappresenti una particolare “nicchia morfologica” della plasticità fenotipica del lupo grigio.
La testa più grande, faccia più corta, collo forte e muscoloso e arti anteriori più brevi sembrano correlarlo con una eco-morfologia "adattata" alla caccia di prede di grandi dimensioni (compreso il cibarsi di parti di esse, ossa incluse) con una strategia di caccia scarsamente rappresentata dalla fase d’inseguimento rispetto ai canidi moderni.
Reperti fossili di borophaginae, Dire wolf e un ecotipo estinto di lupo grigio mostrano alcuni di questi caratteri fenotipici (suggerisco di consultare l’area zootecnica del forum dove vi è un confronto far cranio di mastino e di lupo).
E’ possibile ipotizzare che durante la domesticazione del lupo grigio, l’ancestrale variabilità genetica con i suoi diversi orientamenti ha condotto al processo di formazione delle varie razze.
Uno di questi orientamenti ha consentito l’espressione di un particolare tipo di cane, che sembra assomigliare ad alcuni rami estinti di canidi selvatici adattati a cacciare e consumare prede di grandi dimensioni.
Questo molosso è unico, in grado di muoversi come un grande felino e di esprimere un morso dalla potenza devastante.
Gli antichi romani erano così appassionati ed impressionati da questo tipo di cane, tanto da impiegarlo come fedele compagno dei legionari.
Credo che il Cane da Presa Meridionale è la razza molossoide più interessante, e non solo per le sue peculiarità morfo-funzionali, ma anche per il “background” culturale ed ecologico in cui è stata selezionata.
Il Corz Cane '/ Cane' e Presa non è solo un’ antica razza da lavoro evolutasi in Italia, ma sembra rappresentare un particolare eco-morfotipo inesistente nelle moderne specie di canidi selvatici e con un chiaro significato funzionale e zootecnico nel corso della sua storia.
E a proposito mi chiedo come il Cane Corz '/ Cane' e Presa possa essere impiegato nella moderna società al fine di preservarne la vera essenza.
Comunque, posso dire che ogni qual volta vedo la mia"cagna" muoversi come un grande gatto nell’inseguire conigli , è per me un piacere immaginare che geni ancestrali di quei grandi cani selvatici estinti siano ancora presenti in questo meraviglioso tipo di cane.





Bibliography

Andersson, K. 2004. Elbow joint morphology as a guide to forearm function and foraging behaviour in mammalian carnivores. Zoological Journal of the Linnean Society 142:91-104.
Andersson, K. (2005) Were there pack-hunting canids in the Tertiary, and how can we know? Paleobiology 31: 56-72.
Andersson, K., & Werdelin, L. (2003) The evolution of cursorial carnivores in the Tertiary: implications of elbow-joint morphology. Proceedings of the Royal Society of London B 270: S163-S165.
Anton, M. & Galobart, A. (1999) Neck function and predatory behaviour in the scimitar tooth cat Homoherium latidens (Owen). Journal of Vertebrate Paleontology 19:771-784.
Biknevicius, A. & Van Valkenburgh, B. (1996) Design for killing: craniodental adaptations of predators. In: Gittleman, J. L., editor. Carnivore behavior, ecology, and evolution. Vol. II, Ithaca: Cornell University Press. Pp 393–428.
Hildebrand, M. (1954) Comparative morphology of the body skeleton in the recent Canidae. University of California Publications in Zoology 52:399-470.
Leonard, J. A., Vilá, C., Fox-Dobbs, K., Koch, P. L., Wayne, R. K. & Van Valkenburg, B. (2007) Megafaunal extinctions and the disappearance of a specialized wolf ecomorph. Current Biology 17:1146–1150.
Van Valkenburg, B. (2007) Déja`vu: the evolution of feeding morphologies in the Carnivora. Integrative and Comparative Biology, pp. 1–17. doi:10.1093/icb/icm016
Van Valkenburgh B, Ruff, C. B. (1987) Canine tooth strength and killing behavior in large carnivores. Journal of Zoology 212:379–97.
Van Valkenburgh, B. & Koepfli, K. (1993) Cranial and dental adaptations for predation in canids. In: Dunstone, N. & Gorman, M. L. editors. Mammals as predators. Oxford: Oxford University Press. Pp. 15–37.
Radinsky, L. B. (1981a) Evolution of skull shape in carnivores. 1. Representative modern carnivores. Biological Journal of the Linnean Society 15:369-388.
Radinsky, L. B. (1981b) Evolution of skull shape in carnivores. 2. Additional modern carnivores. Biological Journal of the Linnean Society 16:337-355.
Wang, X. & Tedford, R. H. (2008) Dogs: their fossil relatives and evolutionary history. Columbia University Press, New York.
Wroe, S., McHenry, C. & Thomason, J. (2005) Bite club: comparative bite force in big biting mammals and the prediction of predatory behavior in fossil taxa. Proceddings of the Royal Society of London B 272: 619-625




 
Top
15 replies since 29/4/2011, 12:46   3975 views
  Share